Il trattamento dell’acqua e dell’acqua calda sanitaria è un tema molteplice, che include diverse attività e sistemi di trattamento definiti anche dalla normativa e molto spesso obbligatori. Si va dal lavaggio dell’impianto di riscaldamento e raffrescamento, al conseguente trattamento chimico con prodotti chimici inibitori protettivi. Dall’installazione di un addolcitore per garantire già in partenza un’acqua a bassissimo contenuto di sali minerali e quindi di calcare, fino al trattamento chimico dell’acqua calda sanitaria con polifosfato sotto caldaia, che isola i sali minerali presenti ed evita che si vadano a depositare nell’impianto sotto forma di calcare.

Sì perché l’acqua non trattata non è un buon termovettore. Le impurità (fanghi, residui organici e corrosivi, ma anche batteri e muffe) e i sali minerali presenti naturalmente in essa, ad alte temperature, si accumulano negli impianti sotto forma di calcare e causano:


Il lavaggio chimico dell’impianto di riscaldamento è un’operazione di pulizia profonda dell’impianto che viene fatta di routine ogni volta che si installa una nuova caldaia. Di solito infatti, è l’installatore stesso che, dopo aver messo il nuovo apparecchio, si occupa anche del primo lavaggio.

Dopo il lavaggio iniziale, vi è il mantenimento con una serie di prodotti chimici protettivi. In condizioni ideali, con un primo lavaggio andato a buon fine e trattamenti chimici inibitori ogni 2/3 anni, l’impianto non ha bisogno di ulteriori lavaggi profondi. Un buon lavaggio e un buon mantenimento durano tutta la vita prevista dell’impianto.

Ci sono poi casi in cui, il lavaggio chimico iniziale non viene eseguito correttamente, la manutenzione non viene fatta o non viene fatta in maniera ideale, oppure, ancora, nonostante un buon lavaggio iniziale, qualcosa non funziona come dovrebbe. In tutti questi casi, potrebbe essere necessario fare un nuovo lavaggio dell’impianto di condizionamento, anche dopo 8 anni, se non addirittura già dopo 2 o 3 anni dalla prima installazione e lavaggio.

Naturalmente ci sono casi e casi, alcuni sono lampanti, per esempio, un impianto che ha già 40 anni, di ghisa o di alluminio, o in acciaio, parte già come sospetto. Perché nel tempo e ad alte temperature questi materiali rilasciano sali minerali e metalli nell’acqua. Se poi l’acqua è già ricca di sali in partenza e non è stata trattata adeguatamente, allora si fa presto ad avere ostruzioni e inefficienze.

Tre segnali che ci dicono che potresti aver bisogno di un nuovo lavaggio dell’impianto di riscaldamento

Poiché non è possibile vedere se il termovettore (acqua + prodotti chimici protettivi) ha delle impurità che hanno creato, o rischiano di creare, depositi e danni all’impianto di climatizzazione, è necessario affidarsi a segnali e a verifiche puntuali.

Quali sono dunque i segnali più frequenti di un impianto che ha bisogno di un lavaggio chimico?

In generale se l’impianto non funziona bene come dovrebbe, questo ha una ripercussione diretta anche in bolletta, perché funziona, ma incide sui consumi più di quanto dovrebbe. Quindi in teoria un altro segnale potrebbe essere l’aumento dei consumi e della bolletta. Tuttavia questo non è un segnale da prendere in considerazione perché sul costo finale della bolletta incidono troppe variabili, tali per cui non è possibile prenderlo come spia di un malfunzionamento legato alla necessità di un lavaggio chimico. Occorre fare una constatazione più oggettiva.

Quali sono le verifiche che possiamo fare per constatare la necessità di un lavaggio chimico della caldaia?

Quando entriamo a casa di un cliente per valutare l’efficienza di un impianto e capire se ci sono malfunzionamenti da trattare, per prima cosa chiediamo un parere soggettivo a chi quell’impianto lo vive quotidianamente. Se un impianto scalda bene, è un impianto che sta lavorando nella norma. Altrimenti scatta già un primo segnale.

Dopodiché si passa alle prove oggettive, dirette e indirette, con strumentazioni apposite, come il conducimetro, per valutare la conducibilità elettrica del termovettore e capire la concentrazione di sali o altre sostanze presenti. Oppure come la misurazione del ph e della durezza dell’acqua presente nell’impianto.

Dopo valutazioni soggettive, prove oggettive, e la considerazione dell’età e dello stato dell’impianto, siamo in grado di fare una diagnosi e di proporre una o più soluzioni, nei casi più estremi (nuovo lavaggio chimico, cambio dell’apparecchio) da valutare insieme all’installatore.

Come si fa il lavaggio dell’impianto di riscaldamento?

Che sia la prima installazione o un intervento successivo, il lavaggio chimico dell’impianto di condizionamento deve essere fatto da tecnici specializzati con attrezzature specifiche.

L’intervento prevede:

Questa è una prova che viene fatta durante il risciacquo di un impianto una volta terminato il lavaggio quindi oltre alle prove tecnico strumentali effettuiamo questo “esame visivo” che ci aiuta a valutare il risultato finale.

Il lavaggio dell’impianto di riscaldamento dura dalle 6 alle 8 ore circa con tecnico sempre presente. Salvo la chiusura delle valvole dei singoli radiatori, l’intervento viene fatto sotto caldaia.

I marchi che ci aiutano nel trattamento acque gestito in SeA Campatelli – SEATECH sono: Euroacque e GEL.

Vuoi saperne di più? Hai bisogno di una valutazione sullo stato delle acque degli impianti di condizionamento o dell’acqua calda sanitaria dei tuoi ambienti?

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